Ferdinando
Panciatichi e Massimiliano Guerri molto probabilmente si sono
conosciuti ai tempi della Guardia Nazionale di cui facevano entrambi
parte.
In Biblioteca Nazionale si trovano le ‘belle copie’ delle lettere che il
Marchese ha scritto all'amico Guerri, mentre nell’Archivio di Stato di
Firenze si trovano le ‘minute’ del Panciatichi indirizzate al Guerri e
qualche lettera di quest'ultimo, soprattutto da Gaeta.
Dalle poche lettere sino ad oggi rinvenute è difficile fare un quadro
preciso dei loro rapporti personali: il Guerri si firmava come
"affettuoso servo e amico" o "devotissimo amico" sottolineando una certa
confidenza. Sicuramente si stimavano, sicuramente avevano un'alta
considerazione l'uno dell'altro: il Guerri gli scrisse da Napoli,
durante la nota assemblea costituente della Massoneria, nel 1867, che
avevano parlato di lui elogiandolo tanto da proporgli di entrare nella
congregazione. Ferdinando ringraziò ma non accettò.
Gran parte delle lettere sono importanti per comprendere il loro
rapporto politico e sono relative a un periodo caldo per l'Unità
d'Italia: l'anno 1867 in particolare è una data importante sia per il
Guerri, che tornò in Toscana, sia per il Marchese, che si dimise la
seconda volta dal Parlamento. Si evince un rapporto in massima parte a
carattere politico contro il "Fiero Barone" Ricasoli o contro Rattazzi,
ogni tanto ci sono note esterne alla politica, come ad esempio un affare
su alcuni beni, probabilmente per la collezione artistica del Marchese.
(testo a cura di Ethel Santacroce)
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